23 settembre 2018, ore 3.54. Ecco l’equinozio che segna l’inizio dell’autunno. La notte uguale al giorno (anche se non è proprio così, ndr), luce e ombra perfettamente in equilibrio e armonia. Una sorta di sospensione fisica e psichica.
Cosa resta dell’estate? Foto, ricordi, emozioni, … I corpi, che si sono piano piano scoperti e che hanno portato più in superficie quelle parti di noi maturate durante l’inverno, torneranno lentamente a coprirsi.
L’aria che si fa un po’ più fredda accompagnerà un moto che dall’esterno, ci porterà un po’ più a contatto con il nostro mondo interno. Proprio lì, dentro di noi, andiamo a ricercare quella sensazione di calore, tanto piacevole quando le temperature iniziano a calare. L’accorciarsi delle giornate dà risalto alla dimensione della notte, del buio, dell’insicurezza. Ecco che l’umore può farsi più instabile, un po’ come il tempo atmosferico. La gioia cede il passo alla nostalgia e alla tristezza… già mi vedo le giornate di pioggia.
Dove c’è poca luce, però, dobbiamo procedere con cautela. Come all’interno di una grotta, la torcia l’abbiamo, ma non possiamo procedere spediti, possiamo però confidare che al suo interno, con la giusta calma, troveremo quello che stiamo cercando: un riparo, un tesoro, una persona.
Questa stagione di passaggio porta con sé un messaggio molto più profondo, se solo ci consentiamo di vederlo e poi di viverlo. L’autunno è la rappresentazione della trasformazione. Le foglie cambiano colore e regalano paesaggi stupendi, quasi magici. Le foglie spinte dal vento, ma anche ‘mature’, si lasciano andare alla caduta. E chissà che non vi sia un po’ di paura in quello staccarsi dall’albero. Quel che è certo, è che le foglie cadono con stile, questo dobbiamo riconoscerglielo.
L’invito del paesaggio che cambia è a una feconda separazione: ciò che cade a terra, durante le stagioni più fredde, lavora e prepara il terreno per nuovi frutti, che vedranno la luce in primavera. E così, spogliarci dell’apparenza, delle solite emozioni, dei pensieri vorticosi da una parte ci fa sentire più indifesi, ma dall’altra è l’unica via per il rinnovamento.
L’autunno è quella stagione silenziosa e lenta che ci porta, foglia a foglia, dentro di noi. E lì, vi possiamo trovare il nostro albero interiore nella sua essenza più pura.
Passare da una forma all’altra, ‘morire’ per rinascere.
Quindi è giunto il tempo di lasciar andare ciò che ormai è stato messo a frutto, ciò che non ci serve più; sfidare con coraggio il freddo, conoscere le nostre ombre, addentrarci nella nostra storia (anche dolorosa, ndr) e metterla a disposizione per un nuovo inizio, sempre un po’ più noi stessi!
Siete pronti alla trasformazione e a lasciar vibrare i colori dell’autunno in voi?
Domani vi svelerò i dettagli della serata-evento che condurrò venerdì 28 settembre all’insegna di un autunno dell’anima ricco di sfumature, le vostre.
L’autunno è miglioramento eterno. È maturazione ed è colore, è la stagione della maturità, ma è anche larghezza, profondità, distanza.
(Hal borland)
Buon passaggio 🙂