Andare a teatro sabato sera è stato un po’ come tornare da scuola e accendere la TV per vedere i cartoni animati. I ricordi mi riportano lì, in quel mondo di fantasia dove la magia può tutto. Anche superare la morte di un genitore. Se KIM – il Musical, il nuovo spettacolo di Thomas Centaro, strizza l’occhio, neanche troppo velatamente, alle trame de L’incantevole Creamy e Magica Emi, la trasposizione ai giorni nostri ha un sapore tutto diverso. Kim (Chiara Cremascoli) è una ragazza come tante che per merito di un video postato su Instagram viene lanciata dalla Fantastic Music, l’etichetta discografica delle star. Grazie al grande lavoro del suo staff diventa una vera e propria stella della musica, ma quello che fa presa sul pubblico è la sua estrema naturalezza. Kim è timida, a tratti buffa e impacciata, non compare sulle riviste di gossip e non si atteggia a…
È l’ultimo giorno di questo duemiladiciotto. In sottofondo, Spotify mi sta riproponendo le canzoni che ho più ascoltato quest’anno. Mentre scorrono, ripesco dalla memoria i momenti che le hanno accompagnate. Sarà che a me i bilanci non piacciono, infatti, ho un commercialista e faccio lo psicologo, comunque oggi mi sono preso del tempo per fare ordine fisico, in studio e nell’armadio, e mentale. Se la vita è una e scorre in continuo, la mia è fatta di tante storie che si intrecciano. Ci sono quelle dei miei pazienti. Penso alle loro sedute, settimana dopo settimana. Li vedo piangere o contenere le proprie emozioni rispetto a quello che ci ha fatti incontrare. Li sento crescere, anche con fatica, nel prendere consapevolezza di chi sono stati e di chi sono. Ammiro la voglia di prendersi a cuore e tirar fuori, dal dolore e dalle difficoltà, qualcosa che sia fecondo. Ognuno con la…
Ieri è iniziato il mio nuovo gruppo di supporto psicologico. L’ho chiamato Parko Creativo perché è destinato a persone che hanno la Malattia di Parkinson e ai loro familiari. Il nome non è stato pensato a caso: parko (con la k che richiama Mr Parkinson, noi useremmo la C) è una parola di origine preindoeuropea che significa recinto, un luogo protetto all’interno della riserva del signore. Il gruppo è un luogo chiuso e protetto dall’esterno, si crea uno spazio, creato dalle persone, in cui è possibile elaborare emozioni difficili, come quelle di una diagnosi di una malattia neurodegenerativa. Sono i confini del gruppo stesso a proteggere, è lo sguardo dell’altro a dare fiducia, è la sua parola a ridare significato a gesti quotidiani, che il senso l’hanno perso. Ma perché creativo? Perché a differenza delle ultime edizioni, ho deciso di sperimentare con loro l’utilizzo della tecnica espressiva: un foglio bianco,…
Venerdì 28 settembre, ore 20.30 – Robecchetto con Induno L’autunno sta bussando alla nostra porta: decidere se e come aprirla dipende da noi. Siete pronti a farlo? L’invito alla trasformazione, che questa stagione di passaggio ci offre, è per tutti, ma cosa significhi per ognuno di noi è qualcosa che dobbiamo scoprire in prima persona. Raccogliere i frutti della nostra storia permette di preparare il terreno per quello che saremo; dobbiamo, però, essere disposti a lasciar andare ciò che è maturo e ciò che non ci serve più. Se avete voglia di scoprire i colori del vostro mondo interno in questa stagione, non perdetevi l’appuntamento di questo venerdì. Con l’aiuto del gruppo, proveremo a dar voce al vostro autunno interiore in un momento di crescita e scoperta profonda di sé. Vi consiglio di adottare un abbigliamento comodo, vi sarà richiesto di lavorare senza scarpe. Iscrizioni entro mercoledì 26 settembre. Per…
Caro Papà Imperfetto, ho letto con piacere le cronache del vostro primo giorno di scuola. Wow: quante emozioni! Scrivo ‘vostro’ perché mi sa proprio che ai ‘banchi di partenza’ ci sei stato anche tu e con te tanti tanti genitori che ci leggono. A tutti voi e ai vostri figli, buonissima avventura! In questo imperfetto venerdì (causa temperature sopra la media stagionale, ndr) che inaugura convenzionalmente l’autunno, ti scrivo per raccontarti un episodio che mi è successo l’altro giorno. Milano. Tram delle 17.00. Bambino appena uscito da scuola che beve il suo succo, la mamma seduta di fianco a lui, il papà in piedi. Che bel momento, penso, e guardo fuori dal finestrino, stiamo arrivando vicino a un parchetto. Lo vede anche il bimbo che inizia a chiedere ai genitori di poterci andare. La cosa più ovvia del mondo. Dopo un po’ di insistenza e alcune spiegazioni, la voce del papà pronuncia:…
Doppio click… cuore… messaggio in direct e poi? E poi… pensavo fosse amore e, invece, era un mi piace. Lavorando con i pazienti e parlando con i miei amici spesso ci confrontiamo su come sia cambiato il modo di relazionarci attraverso i social. Se all’inizio sembrava una questione di forma, l’immediatezza, oggi sembra essersi modificato anche il contenuto e con esso le emozioni che riversiamo in quello che postiamo e che si attivano in ciò che vediamo. Per questo motivo, ho pensato di dare spazio a una nuova rubrica che vi ho annunciato la scorsa settimana: l’Amore ai tempi di Instagram. Avete iniziato a rispondermi in tanti e di questo vi sono profondamente grato. La prima riflessione che voglio fare con voi riguarda la presa di distanza dal mezzo: i social hanno rovinato le relazioni, hanno fatto solo danni, è diventato tutto superficiale, una fuga dalla routine, … Cosa mi ha…
Bentornati! Finite le vacanze, come state? Già stanchi e ‘sclerati’ o ancora tenete botta? Nel salutarvi qui ero partito dai miei pazienti per arrivare a me, oggi faccio il contrario 😉 Vivere queste vacanze è stato un viaggio, non solo reale, ma anche interiore. Questo periodo di sospensione, infatti, mi ha regalato la possibilità di scoprire nuove parti di me, nuove situazioni e conoscere un po’ meglio alcune ombre. Se vi dicessi che tutto quello che è emerso mi sia piaciuto, vi mentirei. In fondo ciò che mi è successo, è ciò che accade quando sei al mare: le onde portano a galla ciò che c’è sotto, a diversi livelli di profondità. Benché io abbia goduto di acqua cristallina che mi sembrava di stare ai Caraibi, a volte, alcune piante marine che si appiccicavano alla pelle, alcuni sassi coperti dalla sabbia o alcuni residui non mi hanno proprio fatto piacere.…
Fai bei sogni di Massimo Gramellini mi é stato regalato per caso, ma il caso non esiste e l’avrei scoperto nelle 221 pagine del libro. Lei, la sister (quella delle ‘Donne della mia vita’, ndr) l’aveva già letto, ma non mi ha anticipato nulla, se non: Lele, molti prima di te, hanno vissuto delle sofferenze, la sofferenza è materiale comune. Io la ringrazio, prendo il libro distrattamente e oltre al titolo, mi colpiscono l’azzurro della copertina e il palloncino rosa che tende verso l’alto. Io amo i palloncini, mi hanno sempre regalato la possibilità di andare altrove, di stare leggero e, in alcuni periodi, sono diventati un mezzo di trasporto per andare via di qui. Di cosa parla il libro? Di un segreto che si deposita nell’inconscio, di quegli avvenimenti che spezzano il cuore, di quelli che ingabbiano l’anima. Massimo Gramellini affronta nel suo diario-racconto l’esperienza del trauma. Per lui, quello…
Ieri ho pubblicato sul mio profilo Instagram la foto che vedete in copertina. Vi ho invitato a riflettere sul valore emotivo del cibo e vi ho chiesto: Chi invitereste a cena? Mi avete risposto in tantissimi e ogni messaggio mi ha raccontato molto di voi. Quindi, grazie per seguirmi sempre con tanto affetto, ma soprattutto grazie perché mi avete ispirato per questo post. Una delle risposte che più mi ha colpito è stata: inviterei a cena me stesso. Mi sono chiesto, come mai avvertiamo la necessità di cenare proprio con noi stessi? Sedersi a tavola ha lo scopo primario di nutrire il corpo, ma, ammettiamolo, oggi mangiamo molto meno per fame e molto di più ci piace cibarci delle emozioni che il cibo evoca in ognuno di noi. Siamo dei ricercatori e divoratori di emozioni. Su questo torneremo prossimamente per fare un po’ di chiarezza su tutto quello che si…
È appena passato il weekend. Lunedì mattina, in studio, prima di iniziare le sedute. Mi prendo 10 minuti per sentire nuovamente questi giorni di mare. Ne avevo bisogno. Il sole che scalda. Il rumore delle onde del mare. I pensieri che vanno e vengono, ma soprattutto vanno. Ecco quello che fa bene al cuore. Sono giorni che non scrivo sul blog e in molti mi avete chiesto come mai.La risposta è semplice, apparentemente: cambiamenti lavorativi, nuovi orari da rispettare e scadenze pressanti. E questo mio spazio? Silenzioso. Ho dovuto far pace con la voglia di fare sempre tutto: è impossibile. Avere un blog, nella mia testa, significa dargli voce, permettergli di crescere, raccogliere racconti e storie che si incrociano. È vero, curare questo spazio ha tutti questi significati. Ma è necessario concedersi del tempo. Spesso nella vita, vorremmo tutto e subito: il lavoro dei sogni, la casa perfetta, la relazione…