È la vigilia di Natale. Dopo aver corso fino a ieri, tra regali e pazienti, mi fermo a scrivere a voi, dopo tanto tempo, e a me. Mi piacerebbe che questo giorno fosse totalmente spensierato e lieto, tra una canzone in sottofondo e un brindisi con quel vino che tanto mi piace. Non lo è più da qualche anno, è l’esatto contrario. Mentre molti godevano l’attesa di una nuova nascita, io avevo ad attendermi e a vivere l’opposto della vita. Elaborare quel dolore lacerante è stata (ed è) la trasformazione del mio Natale. Nel cuore poteva essere ciò che mi avrebbe più allontanato dal significato di questa festa, oggi sento che è stato ciò che più mi ha avvicinato all’amore che aleggia nelle commedie natalizie. Domani ci sarà un posto vuoto a quel tavolo imbandito e addobbato a festa, segno che non sempre la vita va come vorremmo, ma anche…
Caro Papà Imperfetto, ho letto con piacere le cronache del vostro primo giorno di scuola. Wow: quante emozioni! Scrivo ‘vostro’ perché mi sa proprio che ai ‘banchi di partenza’ ci sei stato anche tu e con te tanti tanti genitori che ci leggono. A tutti voi e ai vostri figli, buonissima avventura! In questo imperfetto venerdì (causa temperature sopra la media stagionale, ndr) che inaugura convenzionalmente l’autunno, ti scrivo per raccontarti un episodio che mi è successo l’altro giorno. Milano. Tram delle 17.00. Bambino appena uscito da scuola che beve il suo succo, la mamma seduta di fianco a lui, il papà in piedi. Che bel momento, penso, e guardo fuori dal finestrino, stiamo arrivando vicino a un parchetto. Lo vede anche il bimbo che inizia a chiedere ai genitori di poterci andare. La cosa più ovvia del mondo. Dopo un po’ di insistenza e alcune spiegazioni, la voce del papà pronuncia:…
Doppio click… cuore… messaggio in direct e poi? E poi… pensavo fosse amore e, invece, era un mi piace. Lavorando con i pazienti e parlando con i miei amici spesso ci confrontiamo su come sia cambiato il modo di relazionarci attraverso i social. Se all’inizio sembrava una questione di forma, l’immediatezza, oggi sembra essersi modificato anche il contenuto e con esso le emozioni che riversiamo in quello che postiamo e che si attivano in ciò che vediamo. Per questo motivo, ho pensato di dare spazio a una nuova rubrica che vi ho annunciato la scorsa settimana: l’Amore ai tempi di Instagram. Avete iniziato a rispondermi in tanti e di questo vi sono profondamente grato. La prima riflessione che voglio fare con voi riguarda la presa di distanza dal mezzo: i social hanno rovinato le relazioni, hanno fatto solo danni, è diventato tutto superficiale, una fuga dalla routine, … Cosa mi ha…
È notte e io sono appena arrivato a Bruxelles per partecipare alla review del progetto europeo che sto seguendo. Come spesso mi capita, fuori casa, dormo male o non dormo. Le slide sono a posto. Quindi, scrivo. Decido quindi di anticipare a oggi la rubrica del Venerdì Imperfetto di Papà Imperfetto. Perché? Non tanto perché domani sarò in Commissione Europea, i post si programmano, piuttosto perché so che oggi è il giorno di un compleanno nella famiglia di Papà Imperfetto. A me i compleanni piacciono. Quelli dei bambini, ancor di più. Come mai? Perché in quel giorno si concentrano il potere dell’attesa e del desiderio: quelli sani. Non si capisce tanto, all’inizio, cosa voglia dire essere venuti al mondo e questo, forse, è il bello: crescere è qualcosa che accade senza programmi. Invece, si sente chiaramente la presenza delle persone importanti per noi. Le feste di compleanno nascondono (ma nemmeno…
Ciao Roberto, grazie per aver accettato il mio invito. Dopo averti visto in scena lo scorso anno, ho tantissime domande sul tuo personaggio che è molto particolare. Ma prendiamola un po’ alla larga: cosa rappresenta per te Georgie – il Musical? Al di là di una operazione coraggiosa di produzione, c’è l’aspetto umano. E qui devo ringraziare Brunella Platania (l’abbiamo incontrata qui) che mi ha fortemente voluto nel cast. Siamo poi al Teatro Sistina di Roma che è un grande privilegio e per me un grandissimo ritorno. Insomma, una grande gioia. Immagino che a questo si aggiungano anche tutti i significati e le tematiche che il manga giapponese porta con sé. Assolutamente sì, le tematiche raccontate sono molto molto attuali, di cronaca stringente. Poi portiamo in scena qualcosa di molto caro alla mia generazione. Sono del 1983 e in TV da piccolino lo vedevo spesso. In sala ci sarà anche l’autore…
17 maggio 2018: STOP OMOFOBIA. STOP HATE! Apri i social e tutto sembra possibile: persone lontane, che non si conoscono, e che finiscono per avvicinarsi, notizie in tempo reale, pezzi di vita raccontati con le immagini. Apri gli occhi mentre sei sul posto di lavoro, stai andando a fare la spesa, sei sui mezzi e intorno a te vedi tante persone simili a te. Eppure, tanto nel mondo digitale quanto in quello fisico delle interazioni faccia a faccia, alcuni pregiudizi sono duri a morire. Vite che suonano scomode e sbagliate. Senti voci che dicono: mi fai schifo, ti pesto, risate, … E poi, vedi i comportamenti: messaggi sulle bacheche, pestaggi, indifferenza. Ecco perché molte persone negano se stesse, non vivono: per paura. Da quando siamo piccoli viviamo in un intricato sistema di relazioni, ne abbiamo bisogno per la sopravvivenza e per il nostro sviluppo. Abbiamo la necessità di sentirci accettati…
Chiacchiere dai social: #maiunagioia… avere una relazione è difficile… non trovo nessuno… mi basterebbe qualcuno che mi facesse sentire speciale… Mi fermo un secondo a riflettere e penso che una di queste frasi, prima o poi nella vita, l’abbiamo detta tutti. Oggi, però, sembrano essere davvero qualcosa di ricorrente. Il che può sembrare ancor più paradossale se pensiamo che ai tempi di internet abbiamo la sensazione, illusoria, di essere tutti più vicini e ‘abbordabili’. Ma allora cosa sta succedendo? Credo che sia tempo di fare un po’ di ordine tra i sentimenti e anche nella nostra testa. Abbiamo ideali che superano ogni più favolosa aspettativa. Da quando siamo piccoli, l’amore inizia a prendere forma rispetto alle situazioni che viviamo e alle quali assistiamo. Vi dice niente Cenerentola? Il ballo, l’abito e la scarpetta. Ognuno di questi può diventare forma o sostanza del nostro pensiero. Mi spiego meglio. Se interiorizziamo che…
Uno dei temi più spesso portati in consultazione è quello dell’amore e oggi è San Valentino. In un mondo sempre più veloce e intangibile, sembrerebbe che anche le relazioni ne risentano. Si ha paura di fidarsi e di vivere a fondo le emozioni che l’incontro con l’altro fa nascere. Attrazione, desiderio e innamoramento sono le tre componenti di base che permettono l’avvicinamento tra i partner, ma da soli non bastano a mantenere nel tempo il legame che si viene ad instaurare, ce lo dice anche la neurochimica. È necessario, infatti, consolidare il rapporto, raccogliendo, senza fretta, i segnali che leggiamo nell’altro e poi godersi il viaggio. Come? Usando una funzione cognitiva che va allenata quotidianamente, cioè l’attenzione. Proprio questa deve essere orientata a quanto stiamo vivendo nel presente e rappresenta la molla che nutre la relazione di coppia, scongiurando il rischio di darsi per scontati e sfociare nella tanto odiata routine. Scegliersi per…