Sono stato a vedere Mary Poppins – Il Musical, in scena fino al 13 maggio al Teatro Nazionale Che Banca di Milano. La prima cosa che mi viene da dire è solo WOW! Una bravissima Giulia Fabbri dà voce e corpo alla tata più famosa della nostra infanzia con energia e carisma. È proprio la sua interpretazione che mi ha fatto riflettere e riconciliare con l’immagine che di Mary Poppins avevo.
A dirla tutta, infatti, a me Mary Poppins è sempre risultata un po’ antipatica: lei è semplicemente perfetta, come afferma il personaggio in scena, mentre io con la perfezione mi sono a lungo scontrato. Se mi fermo però a riflettere su questo personaggio di P.L. Travers devo ammettere che ha tante cose da insegnarci.
Innanzitutto, la perfezione non esiste: Mary Poppins, infatti, non è umana, vola con un ombrello e fa magie a destra e a sinistra. È l’incarnazione del pensiero magico dei bambini piccoli, quando ancora il pensiero logico non è sviluppato e tutto può accade se solo lo vuoi. Crescendo, (quasi) tutti ‘perdiamo’ questo tipo di pensiero. Ma allora cosa può insegnare la nostra magica tata agli adulti? Che c’è sempre qualcosa che possiamo fare, anche di fronte alle situazioni grigie, che tolgono energia e voglia di fare. Come? Iniziando a usare bene le emozioni. Se ci pensate, quando Mary Poppins arriva con il vento dell’Est, incontriamo un Mr. Banks totalmente estraneo alle emozioni: per lui il bacio della buonanotte dei figli non ha importanza, esistono solo regole, disciplina e il suo mondo bancario. E Mrs. Banks? Lei reprime le emozioni, le sente, ma non le usa per dirigere il proprio comportamento. Rinuncia ai propri sogni per rispondere al modello di donna borghese, negando se stessa. Forse, Mary Poppins e Bert sono proprio quelle parti più emotive che i Banks non riescono a esplorare e hanno bisogno di vedere a distanza per riappropriarsene. Quando ci riescono, la tata ha esaurito il suo compito e può volare via. Oppure, ritornare a stare là dove doveva essere: in quel luogo del cervello dove le emozioni hanno origine e si sviluppano e in quel posto nel cuore che si mostra nelle relazioni vere.
Mary Poppins ha la bacchetta magica e chi non vorrebbe averla nella vita quotidiana? Mi ricorda un po’ l’arrivo dei pazienti in studio. Spesso vorrebbero che lo psicologo potesse risolvere i loro problemi subito come con una bacchetta magica. Ma non funziona così. Lo psicologo, al pari di Mary Poppins, è il facilitatore di un processo con i propri strumenti clinici e terapeutici. Aiuta le persone a vedere le cose da altri punti di vista e le diverse possibili versioni di sé. Aiuta a modificare il proprio sentire. E, se ci pensate, è esattamente quello che accade anche a Mr. Banks. In scena, si realizza il magico incontro tra l’adulto difeso con il bambino che avrebbe potuto essere. E a quel punto diventa possibile far volare un aquilone anche da adulti.
In Mary Poppins si parla di sentimenti, di buoni sentimenti, e questi sembrano essere la chiave di volta per vivere in modo più armonico con sé e con gli altri. In fondo la magia, che cerchiamo fuori, è in ognuno di noi, al di là della logica stringente. Provate a scoprire la vostra! Voi siete #supercalifragilistichespiralidoso.
Thanks to Giulia Fabbri, Davide Sammartano, Alessandro Parise, Alice Mistroni, i piccoli Margherita Rebeggiani e Stefano De Luca e tutti gli altri performer per la magia che ho vissuto guardandoli. Volete sapere qualcosa di più su Mary Poppins – il Musical? Ne abbiamo parlato su CheStorie.com.