È la vigilia di Natale. Dopo aver corso fino a ieri, tra regali e pazienti, mi fermo a scrivere a voi, dopo tanto tempo, e a me. Mi piacerebbe che questo giorno fosse totalmente spensierato e lieto, tra una canzone in sottofondo e un brindisi con quel vino che tanto mi piace. Non lo è più da qualche anno, è l’esatto contrario. Mentre molti godevano l’attesa di una nuova nascita, io avevo ad attendermi e a vivere l’opposto della vita. Elaborare quel dolore lacerante è stata (ed è) la trasformazione del mio Natale. Nel cuore poteva essere ciò che mi avrebbe più allontanato dal significato di questa festa, oggi sento che è stato ciò che più mi ha avvicinato all’amore che aleggia nelle commedie natalizie. Domani ci sarà un posto vuoto a quel tavolo imbandito e addobbato a festa, segno che non sempre la vita va come vorremmo, ma anche…
Andare a teatro sabato sera è stato un po’ come tornare da scuola e accendere la TV per vedere i cartoni animati. I…
È l’ultimo giorno di questo duemiladiciotto. In sottofondo, Spotify mi sta riproponendo le canzoni che ho più ascoltato quest’anno. Mentre scorrono, ripesco dalla…
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Venerdì 28 settembre, ore 20.30 – Robecchetto con Induno L’autunno sta bussando alla nostra porta: decidere se e come aprirla dipende da noi.…
23 settembre 2018, ore 3.54. Ecco l’equinozio che segna l’inizio dell’autunno. La notte uguale al giorno (anche se non è proprio così, ndr),…
Caro Papà Imperfetto, ho letto con piacere le cronache del vostro primo giorno di scuola. Wow: quante emozioni! Scrivo ‘vostro’ perché mi sa…